la storia di JUDITH  ottobre - novembre 2017


Un viaggio durato più di 1 anno ... 

Judith è una dolcissima ragazza congolese che si è affacciata al Castello dei Sorrisi più di 1 anno fa, grazie alla caparbietà e alla fiducia della sua mamma. E' infatti datata 1° luglio 2016 la prima di una lunga serie di mail che la nostra Mariapaola ricevette da Bukavu, una città del sud della Repubblica Democratica del Congo, in cui si chiedeva aiuto per questa ragazza. 

A scrivere una mamma che, venuta a sapere che negli anni precedenti la nostra Associazione aveva accolto e curato a Verona altri 2 bambini cardiopatici provenienti da quella zona - Emmanuel e Kennedy - implorava di accogliere anche la sua figlia che, affetta da cardiopatia congenita, stava crescendo senza trovare una soluzione e manifestando sempre più evidenti complicazioni cardio-respiratorie. 

Seguendo il consueto processo di valutazione dei casi, avevamo chiesto la documentazione clinica per sottoporre il caso di Judith ai nostri medici e ottenere indicazioni riguardo all'operabilità e alle aspettative di vita futura. Non avevamo però considerato l'indifferenza e la scarsa collaborazione dei medici congolesi che, tra report clinici spesso contrastranti nelle conclusioni, ci stava facendo perdere tanti mesi e creava più dubbi che certezze sulla reale patologia sofferta dalla ragazza. 

Alla fine la nostra scelta è stata di pura tutela nei confronti di Judith ... perché, benché cresciuta e a rischio di non operabilità, abbiamo deciso di portarla comunque a Verona e di non abbandonarla al suo destino. Col supporto del nostro amico Don Faustino, missionario saveriano tra Burundi e Congo, Judith è stata accompagnata e ospitata a Kinshasa per le formalità burocratiche e successivamente si è imbarcata su un volo per l'Europa, dove è giunta il 4 ottobre. Ad accoglierla festosi all'aeroporto di Venezia la nostra Mariapaola che per tanto tempo aveva tenuto i contatti con la madre, e Flaviana con Lorenzo, già pronti ad aprire la loro porta di casa, forti delle loro esperienze di volontariato in terra d'Africa. 

Il giorno dopo Judith è stata visitata in modo approfondito dalle nostre cardiologhe ... e lì abbiamo realizzato quanto la decisione di accoglierla a Verona - proprio per i mille dubbi mai chiariti sulla sua esatta cardiopatia - fosse stata giusta e corretta nei suoi confronti. E' risultato che Judith soffriva per una Tetralogia di Fallot, ad uno stadio ormai severo ma ancora correggibile cardiochirurgicamente. A complicare il quadro una saturazione che, per quanto cronica, alla quale il suo organismo si era evidentemente abituato, si posizionava intorno ad uno scarso 60%. 

Di fronte a tale situazione, i nostri medici hanno deciso per un immediato ricovero e per un cateterismo cardiaco diagnostico da effettuare tassativamente il giorno seguente; l'affettuosa vicinanza dei nostri volontari è stata determinante per rassicurare la ragazza, spaventata per la piega che il suo viaggio stava all'improvviso prendendo ... 

Superato il cateterismo, Judith ha trascorso qualche giorno sereno a casa di Flaviana e Lorenzo, prima di ripresentarsi in ospedale il 10 ottobre, in previsione dell'intervento cardiochirurgico del giorno seguente. Intervento lungo e delicato, ma che si è concluso con successo, aprendo d'incanto nuove prospettive di vita a questa ragazza, giunta da noi ormai senza fiato e senza forze. 

Trascorsa serenamente la notte in terapia intensiva cardiochirurgica, il giorno successivo Judith è tornata in reparto per la convalescenza. I primi 2 giorni sono scivolati via senza problemi, se non la giustificata sofferenza per i tagli chirurgici e un certo timore per l'intervento subito al cuore. Ma poi, i primi passi in giro per il reparto, il ritorno dell'appetito e soprattutto la sensazione di sentirsi forte come mai aveva provato prima, hanno dato un'accelerata entusiasmante al recupero. 

Le dimissioni sono così state organizzate per il 17 ottobre, in un clima di festa che ha coinvolto tutto il personale del reparto. Ora Judith sta proseguendo la sua convalescenza extra-ospedaliera ospite a casa di Flaviana e Lorenzo, in un clima di spensieratezza e felicità che le sta facendo solo che bene ... anche perchè, giusto il tempo di realizzare lo straordinario effetto dell'intervento sulla sua respirazione e di scordare la paura di fare un qualsiasi minimo sforzo, e la ragazza ha iniziato a dare sfogo alla sua curiosità e alla sua gioia di vivere senza più fermarsi !!! 

I giorni successivi sono stati un susseguirsi di esperienze in movimento: la scoperta del mare e le gite a Venezia e Roma sono sicuramente state le ciliegine sulla torta, ma tutto ciò in cui Judith è stata coinvolta ha avuto un senso più profondo ... dimostrarle le potenzialità del suo fisico ora che il cuore lavora senza affanno, aiutarla a superare le paure di star male, farle ritrovare il coraggio di osare !!! 

Così facendo, il 18 novembre Judith è partita per il suo lungo viaggio di ritorno verso casa, accompagnata dalla nostra amica Dylla, e consapevole della sua nuova forza. Quella forza che, all'arrivo all'aeroporto di Bujumbura dove la mamma la aspettava trepidante, le ha consentito di correrle incontro per unirsi a lei in un commovente abbraccio. 

A questa mamma, che per lunghi mesi ha riposto in noi incondizionata fiducia, dimostrando una straordinaria pazienza e affidandoci la figlia per quel viaggio della speranza tanto desiderato, va il nostro pensiero e il nostro ringraziamento ... perché è stata lei la prima artefice di questa straordinaria esperienza che abbiamo vissuto al Castello dei Sorrisi. 

Proprio con la sua corsa in aeroporto, Judith ha dimostrato come la sua vita abbia da oggi nuovi orizzonti e ha contemporaneamente ringraziato nel modo più intenso la sua mamma, che mai si era arresa di fronte alla sua malattia. 

Ciao Judith !!!

aggiornamento del 18.11.2017

 

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