la storia di ERALB, VENOZA e RONAR : il viaggio: maggio 2013

UNA STORIA E TRE GEMELLINI 

Questa è la storia di tre gemellini kosovari, Eralb, Ronar e Venoza, venuti alla luce prematuri il 6 giugno 2012.

Mamma Shqipe e papà Jashar non li hanno potuti abbracciare subito, come è il desiderio di ogni genitore dopo tanti mesi di attesa. Perché i bimbi, che alla nascita pesavano solo 1 kg, sono stati subito posti in incubatrice e lì sono rimasti altri 40 lunghi giorni.

 Papà Jashar quasi non ha avuto il tempo di fermarsi di fronte a quelle incubatrici, di dedicare loro il suo sguardo e la sua attenzione, perché spinto dai medici a trovare i soldi per pagare le cure che da quel momento servivano ai tre neonati. 

La Sanità pubblica in Kosovo funziona così, come se fosse privata. Per accedere ai vari servizi devi pagare o almeno portarti da casa tutto l'occorrente: farmaci, garze, siringhe, filo per sutura, ... Se non paghi non vieni curato, e non importa che tu o tuo figlio siate a rischio vita. 

In questi anni, quante volte abbiamo sentito i racconti di madri che hanno visto morire bambini perché i genitori non avevano più soldi per un antibiotico ... Non ti aspetti che questo possa accadere nella nostra Europa, stenti a crederci, fatichi a fartene una ragione. Ma in Kosovo, dall’altra parte dell’Adriatico, gira così. 


Quel giorno papà Jashar riceve dalla banca un prestito di 10mila € per curare i suoi gemelli; deve benedire quel lavoro sicuro - come meccanico nella polizia kosovara - che gli garantisce uno stipendio mensile di 280 €; buono, rispetto alla media dei salari kosovari, e addirittura inconfrontabile con i sussidi statali con cui, dalla fine della guerra nel 1999, tira avanti la maggior parte della popolazione kosovara, che non ha lavoro e vive in uno stato di indigenza, specie nelle zone rurali.

"Katastrof Kosovo" ti dicono le persone che vengono da laggiù, due ore di volo da Verona. Perché in 13 anni di pace, imposta con la presenza delle truppe ONU, poco o nulla è stato ricostruito e gli ingenti sostegni economici della comunità mondiale sono in gran parte evaporati nei rivoli della corruzione. 

E' luglio 2012 quando finalmente i piccoli possono tornare a casa: la felicità dei genitori è alle stelle e poco importa che ci sia da ripagare il prestito alla banca. I piccoli stanno bene e crescono: questo è l'importante. 

Ma all'età di 6 mesi, ai genitori iniziano a sorgere i primi dubbi: i bimbi, per quanto vispi e pimpanti, sembrano non seguire correttamente con gli occhi ciò che accade loro intorno. La visita oculistica cui vengono sottoposti il 10 gennaio 2013 non lascia dubbi: si tratta di ROP, retinopatia del prematuro, una patologia di cui possono soffrire i nati prima del termine, con rischio maggiore quanto minore è il tempo di gestazione e con quanto più basso è il peso alla nascita. 

La sua evoluzione può portare alla cecità in seguito a distacco della retina per trazione. È provocata dalla formazione di nuovi vasi nella periferia retinica e può essere dovuta anche all'ossigenoterapia cui spesso sono sottoposti in i nati prematuri nell'incubatrice. 

E’ un fulmine a ciel sereno che fa cadere la famiglia nello sconforto: la retinopatia è una delle tante patologie attualmente non curabili in Kosovo. E la banca, già esposta nei loro confronti, non è più disposta a concedere un ulteriore prestito per le cure all’estero dei tre piccoli. 

Mamma Shqipe e papà Jashar non si perdono d’animo, anche perché la retinopatia va curata quanto prima possibile. E’ marzo quando si rivolgono ai nostri amici del Campo Caritas di Raduloc. La loro richiesta d’aiuto viene rimbalzata subito alla nostra Associazione, che nel giro di pochi giorni – acquisita la documentazione medica disponibile – coinvolge la Clinica Oculistica dell’Ospedale Civile Maggiore di Verona, con cui abbiamo già affrontato altri casi umanitari.

 

*** 

Eralb, Ronar e Venoza sono arrivati al Castello dei Sorrisi l' 11 maggio, accompagnati da mamma Shqipe e nonna Hafize; il giorno successivo sono stati sottoposti agli esami preoperatori. Il 13 maggio sono stati visitati in narcosi con risultati molto differenti. 

Gli occhi di Eralb sono risultati in ottimo stato, tali da garantire al bimbo una buona vista anche da grande; per scrupolo lo terremo controllato durante la sua crescita. Sulla piccola Venoza il nostro chirurgo è invece dovuto intervenire per salvare l'unico occhio non compromesso dalla retinopatia. Per Ronar invece non c'è stato nulla da fare, la malattia aveva già provocato il distacco della retina, una condizione irreparabile che costringe il piccolo alla cecità. 

Tre risultati così diversi che ci hanno fatto vivere sia una grande emozione che un profondo dispiacere. Rimane l'amaro in bocca per non essere intervenuti per tempo, ma anche la consapevolezza di aver comunque salvato l'occhio di Venoza e di aver messo in sicurezza quelli di Eralb, dei tre gemellini il più fortunato. 

La nostra Associazione garantirà ai tre piccoli le cure necessarie anche nel prossimo futuro, nella speranza di consolidare i risultati positivi raggiunti e sostenere la famiglia nella difficile opera di crescita di Ronar. 

Eralb e Ronar sono tornati a casa con la nonna il 18 maggio, mentre Venoza è rimasta nostra ospite con la sua mamma fino al 23 maggio, per monitorare da vicino l'occhio operato. La piccola tornerà a Verona per un nuovo controllo fra circa tre mesi. 

Ciao Eralb, Ronar e Venoza !!!

aggiornamento del 23.05.2013

 

 

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